Da moltissimo tempo forse anni, non uscivano dalle loro gabbie artigianali in cui li aveva rinchiusi il loro proprietario, un cacciatore deceduto. Proprio all’interno di un arrugginito serraglio difficile da raggiungere, colmo di feci con solo acqua putrida a disposizione, le guardie zoofile OIPA Verona, intervenute a seguito di una segnalazione in un appezzamento di terreno nel comune di Negrar, hanno trovato due anziani cani da caccia in condizioni di grave maltrattamento.
Supportate dai veterinari Ulss 9 scaligera, le guardie zoofile OIPA hanno potuto verificare le pessime condizioni di stabulazione e di salute dei cani, un maschio e una femmina, che, non più utili per la caccia dopo la morte del proprietario, erano stati abbandonati a loro stessi da chi se ne era preso carico. Entrambi gli animali avevano il pelo completamente annodato, unghie lunghissime ed erano gravemente denutriti, ma particolarmente gravi erano le condizioni della femmina, una segugia di 13 anni: cachettica, affetta da febbre, congiuntivite, alopecia, piaghe da decubito e con i canini spezzati.
Una volta autorizzati dal magistrato di turno, Dott.ssa Vitulli, le guardie hanno effettuato il sequestro preventivo degli animali, atto poi convalidato dal Gip del tribunale di Verona, la responsabile è stata deferita all’autorità giudiziaria per il reato di maltrattamento di animali.
“La segnalazione di un cittadino che non si è voltato dall’ altra parte di fronte all’estrema sofferenza di due animali e l’abnegazione delle guardie nel rintracciarli nonostante le difficoltà, ha permesso di salvarli dalle pessime condizioni di vita in cui si trovavano – sottolinea Massimiliano D’Errico, comandante del nucleo di guardie zoofile OIPA Verona – Sottoporre animali a sofferenze di questo tipo non è giustificabile in nessuna circostanza, oltre a rappresentare un reato. Questa lotta per la legalità, è possibile grazie alla magistratura e alla collaborazione dei veterinari delle ulss, che spesso sono al nostro fianco, senza contare il notevole supporto delle forze dell’ordine e ovviamente dei cittadini.”
La donna trovata in possesso di Minù dovrà rispondere del reato di ricettazione e di false dichiarazioni a pubblico ufficiale, dal momento che durante il primo controllo aveva fornito un nome falso alle guardie zoofile OIPA.