Rinchiusa dentro una gabbia di appena 60 cm x 1 metro, serrata a sua volta dentro ad un garage, sempre al buio e respirando addirittura le esalazioni del trattorino che veniva puntualmente parcheggiato proprio davanti alla sua gabbia: sono le terribili condizioni di detenzione di un’oca liberata dalle Guardie dell’OIPA di Torino, intervenute per un sopralluogo nel comune di Chivasso.
Mai la luce del sole, né il contatto con l’aria fresca così come nessuna possibilità di dispiegare le sue ali o di sgranchirsi semplicemente le zampe e immergersi nell’acqua: la giovane oca viveva in un vero e proprio lagher da 8 lunghi anni, in condizioni assolutamente incompatibili con la propria natura, costretta a giacere tra i propri escrementi, a bere da una sporca bottiglia di plastica e a mangiare solo avanzi di cibo del suo proprietario.
Trasportata a destinazione in un canile modello, ora è finalmente libera in compagnia di galline e cavalli. Libera di muoversi, di aprire le ali, di sguazzare nell’acqua e di zampettare nell’erba insieme a tanti altri animali, finalmente fuori dalla gabbia che l’ha condannata ad una vita di solitudine e costrizione.