“Don’t shop, adopt” è una delle campagne di sensibilizzazione che l’OIPA porta avanti ormai da anni: le modalità con cui i cani vengono sfruttati all’interno degli allevamenti, anche quando amatoriali ed improvvisati, è una delle molte ragioni che portano a preferire l’adozione di un cane rispetto all’acquisto. Sono moltissimi, infatti, gli interventi effettuati dalle guardie zoofile dell’OIPA che, operando su tutto il territorio nazionale, portano alla luce una moltitudine di casi di “allevamenti”, o presunti tali, che ben oltrepassano i limiti del maltrattamento.
Il coordinamento regionale delle guardie zoofile dell’OIPA Campania, a seguito di diverse segnalazioni circa un allevamento amatoriale di pitbull a Napoli nel quale i cani erano detenuti in ambienti e condizioni inadeguate, sono intervenute pochi giorni fa trovandosi di fronte una situazione allarmante: all’interno dell’abitazione segnalata, il cui pavimento era disseminato di feci ed urina, le guardie hanno prima trovato un pitbull maschio legato con una catena alla ringhiera interna dell’appartamento, così corta da impedirne i movimenti e costringere il cane a muoversi tra i suoi stessi escrementi.
Rinchiusa all’interno di un’altra stanza invece è stata trovata un’altra pitbull femmina, mentre nel bagno erano presenti due cucciole, senza microchip, acqua né cibo, completamente circondate da escrementi sparsi e segatura vecchia di giorni. All’esterno dell’abitazione, invece, è stata trovata una struttura di quattro box ancora in fase di costruzione, risultata poi non solo non a norma, ma anche abusiva, nel quale è stato ritrovato un altro pitbull, senza cibo né acqua, rinchiuso in un box con il cemento ancora fresco.
Attraverso accurate indagini sono emersi ulteriori dettagli: a due pitbull rinvenuti nell’abitazione era stata effettuata la conchectomia (il taglio delle orecchie) ma non solo non erano stati emessi certificati veterinari che giustificassero l’intervento per ragioni sanitarie, l’operazione era anche stata effettuata da un medico veterinario già indagato per tagli delle orecchie a fini estetici, pratica illegale e perseguibile per legge. Inoltre le guardie zoofile hanno rinvenuto una serie di medicinali che venivano somministrati ai cani senza alcuna prescrizione o controllo veterinario. Infine la proprietaria dei cani, a causa dei precedenti penali, non poteva neanche possedere cani “pericolosi”, come previsto dall’ordinanza del Ministero della Salute relativa alla tutela dell’incolumità pubblica dall’aggressività dei cani del 3 ottobre 2005.
Le guardie zoofile OIPA hanno effettuato il sequestro di tutti i cani, denunciando la proprietaria per detenzione non idonea e per maltrattamento di animali, per il taglio delle orecchie a soli fini estetici, per la costruzione abusiva dei box e per la somministrazione di farmaci veterinaria non autorizzati.
“Perché comprarlo se puoi acquistarlo?”: guarda la campagna dell’OIPA contro l’acquisto di cani a questo link