Durante dei controlli di routine nella zona nell’hinterland della capitale, le guardie zoofile dell’OIPA di Roma hanno trovato due cani da caccia chiusi in recinti accanto all’abitazione del proprietario, ai quali erano stati applicati collari antiabbaio, il cui uso è vietato dalla legge. E così sono scattati il sequestro e la sanzione a carico del cacciatore.
«Evidentemente infastidito dall’abbaiare dei poveri cani in isolamento che cercavano di attrarre un po’ di attenzione, il proprietario ha pensato di ricorrere all’uso di questi dispositivi elettronici che impediscono al cane di abbaiare dissuadendolo con spruzzi d’acqua, vibrazioni, emissioni di frequenze che infastidiscono l’animale», spiega Claudio Locuratolo, coordinatore delle guardie zoofile OIPA di Roma e provincia. «Ne esistono anche di elettrici che, all’abbaiare del cane, tramite degli elettrodi metallici a contatto con il collo dell’animale generano alta tensione e una scossa che terrorizza il cane inducendolo a non abbaiare più. Questi dispositivi sono di libera vendita, ma il loro utilizzo è illegale, essendo considerato un maltrattamento perseguibile penalmente a norma dell’art. 544 ter del codice penale, che prevede la reclusione fino a 18 mesi o una multa fino a 30 mila euro. Purtroppo l’utilizzo di questi dispositivi è prassi ancora diffusa, soprattutto tra cacciatori e addestratori».
Oltre a sollecitare a ogni livello istituzionale l’introduzione del divieto di vendita di questi collari, l’OIPA rivolge un appello ai maggiori siti di vendita online per una moratoria della commercializzazione di questi dispositivi. L’associazione auspica che Amazon, Ebay e le altre grandi aziende di e-commerce li eliminino dalle piattaforme evitando così di essere complici di azioni di maltrattamento.
Il Parlamento sta lavorando, tra le altre cose, all’inasprimento delle pene previste per i reati di maltrattamento, divieto d’importazione, vendita e utilizzo sul territorio nazionale di collari elettronici, elettrici, con le punte, a strozzo o a semistrozzo. Temi sui quali l’OIPA è stata ricevuta di recente in audizione in Senato.
Nelle more dell’approvazione di una normativa nazionale, molti Comuni con propri regolamenti sono intervenuti vietando i collari antiabbaio di qualsiasi tipo, prevedendo sanzioni amministrative per diverse centinaia di euro, oltre al sequestro dei dispositivi.