Foto d’archivio

Roma, ancora cani con le orecchie mutilate: continuano i controlli serrati delle guardie zoofile dell’OIPA Roma nell’ambito dell’operazione “Dirty Beauty”, volta ad individuare e punire i proprietari di cani, e veterinari compiacenti e colpevoli di redigere certificati falsi, che mutilano i propri animali, tagliandoli orecchie o coda, per assurdi canoni estetici.

Questa volta, i controlli delle guardie zoofile hanno individuato, in un giardino privato, due American Bully, entrambi con le orecchie tagliate. Intervenuti, alle guardie sono stati forniti dei certificati veterinari che giustificasse l’operazione, in un caso come conseguenza di un otoematoma (una fastidiosa malattia delle orecchie) mentre nell’altro l’intervento sarebbe stato necessario per le ferite causate da altri cani randagi. Ma anche in questo caso, i certificati veterinari sono risultati falsi: le indagini dei carabinieri della forestale, infatti, hanno fatto emergere una serie di incongruenze che ha permesso di capire che i certificati non solo non erano veri, ma erano falsi redatti appositamente per giustificare queste mutilazioni.

“È ormai più di un anno che, a fronte delle nostre indagini sulle mutilazioni per ragioni estetiche, la presenza di certificati veterinari non solo non toglie i nostri dubbi, ma anzi li rinforza – spiega Claudio Locuratolo, coordinatore delle guardie zoofile dell’OIPA di Roma – Come già accaduto, oltre a denunciare il proprietario, colpevole di maltrattamento, anche questa volta il veterinario è stato accusato  di falso ideologico aggravato, dovuto al fatto di aver commesso il reato per occultarne un altro”.

Il taglio delle orecchie e della coda per motivi estetici è vietato dalla Convenzione Europea per la protezione degli animali da compagnia fatta a Strasburgo il 13 novembre 1987 e ratificata dall’Italia con la Legge n.201 del 2010. Eppure, nonostante questa pratica sia illegale quindi perseguibile ai sensi dell’articolo 544 ter del Codice Penale, ancora è molto praticata non solo nell’ambito privato, ma anche, e soprattutto, in quello delle esposizioni e manifestazione cinofile, dove i cani “mutilati” vengono considerati degli esemplari più prestigiosi.