Un casuale controllo effettuato delle guardie zoofile dell’OIPA di Roma ha portato alla denuncia di una donna per abbandono di animale.
Una storia che ha del paradossale, quella emersa a seguito di uno dei tanti controlli di routine da parte del nucleo delle guardie zoofile dell’OIPA di Roma: circa un anno fa la piccola meticcia Trilly è stata trovata da una signora nella zona dei Castelli Romani, mentre vagava in cerca di cibo tra i cassonetti dell’immondizia, magra e disorientata. Dopo qualche giorno Trilly si era infilata proprio nel giardino di quella signora che, colpita, ha deciso di aprirgli la sua casa ed il suo cuore: date le condizioni in cui era stata trovata la signora aveva pensato che Trilly non avesse un proprietario e quindi non ha controllato se avesse o meno il microchip.
Durante il controllo delle guardie zoofile dell’OIPA è stato accertato che la piccola cagnolina era invece regolarmente microchippata e sono così iniziate le indagini: Trilly risultava essere intestata ad una donna residente ad una considerevole distanza dal luogo del ritrovamento della cagnolina che, una volta contattata ed incalzata dalle domande dalle guardie zoofile, rispondeva mentendo dicendo che il cane si trovava presso la sua abitazione.
“Confermato che si trattava di un palese caso di abbandono, l’ex proprietaria è stata denunciata per abbandono, un reato previsto dall’articolo 727 del Codice Penale e che prevede l’arresto fino ad 1 anno mentre Trilly, come da procedura, è stata posta sotto sequestro, ma il magistrato ha disposto che restasse con la sua nuova e vera famiglia – ha dichiarato Claudio Locuratolo, coordinatore delle guardie zoofile dell’OIPA di Roma – Questo ennesimo caso ci insegna quanto sia importante la presenza del microchip per un cane e non solo per eventuali casi di smarrimento ma anche per punire atti di abbandono”.