di Silvana Confente, medico veterinario comportamentalista

I primi mesi di vita del cane sono fondamentali per un corretto sviluppo comportamentale: è stato appurato che già nel periodo neonatale esiste uno scambio di informazioni tra l’ambiente, la madre e i cuccioli. La detenzione delle cagne gravide in ambienti non idonei, come normalmente avviene negli allevamenti a scopo di lucro nei paesi dell’Est europeo, può causare situazioni di stress nelle partorienti che si ripercuoteranno sui cuccioli.

Il periodo di socializzazione inizia da quando l’udito del cucciolo è funzionante, tra il 21° e il 25° giorno ed è un periodo importantissimo per lo sviluppo comportamentale.

Fondamentale è il legame di attaccamento che i cuccioli sviluppano nei confronti della madre che a partire dalla terza settimana diventa il punto di riferimento per i cuccioli, capace di consolarli e dare sicurezza, base di partenza per iniziare ad esplorare il mondo.

Il cucciolo tra la terza e la quarta settimana di vita ha pienamente sviluppato tutti i canali sensoriali (tatto,olfatto,vista,udito) e quando riceve uno stimolo dall’ambiente risponde con una sequenza comportamentale che sarà man mano modificata a seconda della variazione dello stimolo che essa stessa procura.

In questo periodo il cucciolo non deve solo apprendere come attuare una sequenza comportamentale ma anche come fermarsi, acquisendo il “segnale di arresto”. I fratelli che giocano tra di loro possono mordersi con i dentini: le grida del cucciolo morsicato e il suo rifiuto a continuare il gioco fanno interrompere la sequenza al cucciolo morsicatore, se questo non accade sarà la madre ad intervenire punendolo. La punizione può scattare anche se uno dei cuccioli durante il gioco morde con troppa foga la madre o se si agita troppo correndo senza freno.

La madre o un adulto moderatore si avvicinano al cucciolo ringhiando e lo afferrano per il collo o per la testa costringendolo a rimanere a pancia all’aria. La punizione cessa non appena il cucciolo grida e si rilassa, comunicando che ha accettato l’autorità dell’adulto.

Durante il periodo di socializzazione i cuccioli imparano a comunicare con gli altri componenti del gruppo, anche attraverso rituali che riducono i conflitti e hanno effetto ansiolitico.

Per vivere nel gruppo il cucciolo deve apprendere e rispettare le regole gerarchiche, la prima è insegnata dalla madre già a partire dalla quarta, quinta settimana ed è la gerarchizzazione alimentare. I cuccioli  che cercano di buttarsi sul cibo, magari ringhiando, vengono allontanati brutalmente dalla madre che mangia per prima. Essi imparano quindi a cedere il passo agli adulti e ad avvicinarsi al cibo emettendo segnali di appagamento quali coda ed orecchie abbassate.

La separazione dei cuccioli dalla madre non dovrebbe avvenire prima dei 60 giorni di età proprio per l’importanza fondamentale che ha questa fase nello sviluppo comportamentale.

Nei negozi delle nostre città i cuccioli arrivano a circa 35-40 giorni di età, questo vuol dire che il distacco viene effettuato addirittura al 30°-35° giorno.

Gli stress del distacco e del viaggio creano un abbassamento nelle difese immunitarie dei cuccioli, la promiscuità dei contatti tra numerosi soggetti di cucciolate diverse in molteplici ambienti favorisce l’instaurarsi di gravi patologie di natura virale e/o parassitaria che causano il decesso di una cospicua percentuale dei cuccioli importati.

Quando la malattia e il decesso avvengono durante i passaggi importatore- grossista-negoziante si tratta di perdite di mercato ammortizzate dal basso costo dei cuccioli all’origine e dall’altissimo costo di vendita. Quando la malattia e il decesso avvengono quando il cucciolo si trova già nella nuova famiglia che lo ha acquistato possono diventare fonte di denunce, reclami, cause spesso messe a tacere con la sostituzione con un nuovo cucciolo.

Nei cuccioli importati possono comparire numerose patologie comportamentali come la depressione da distacco precoce, la depressione da privazione, la sindrome da privazione sensoriale, la sindrome da ipersensibilità-iperattività, la dissocializzazione primaria.

Di solito le denunce degli acquirenti di cuccioli importati riguarda invece soggetti affetti da una o più delle seguenti patologie: cimurro, parvovirosi, coccidiosi, rogna sarcoptica, micosi, polmonite, diplasia dell’anca, del gomito, patologie cardiache e oculari congenite.

Servirebbe quindi una maggiore sensibilizzazione dell’opinione pubblica ,in particolare nei proprietari di animali, per quanto riguarda l’esistenza e la possibilità di terapia dei disturbi comportamentali.

Ma non si può recriminare al neo proprietario di non saper leggere i sintomi di una patologia comportamentale quando a volte anche il veterinario dal quale il soggetto viene portato per la visita vaccinale li sottovaluta :“è un cucciolo un po’ timido, crescendo migliorerà” oppure “è disobbediente, tra qualche mesi lo porti da un addestratore a insegnargli un po’ di educazione”.

Le patologie comportamentali del cucciolo vanno trattate quanto prima per poter essere risolte:

la sofferenza psichica può essere altrettanto grave di quella fisica, se questo assunto fosse assimilato dalla cultura della nostra società anche il ruolo del Medico Veterinario comportamentalista avrebbe più rilievo dell’ambito della Medicina Veterinaria.

Per informazioni contro l’acquisto di cani a favore dell’adozione consapevole, guarda la campagna BAU:
https://www.oipa.org/italia/non-comprare-adotta/