10/9/14
Un giovane allevatore di capre in cerca di un terreno per fare pascolare il suo gregge affida temporaneamente 4 caprette a una persona che, in buona fede, accetta di ospitarle per un breve periodo. Il pastore però non rispetta i tempi, e anziché tornare a riprenderle dopo qualche mese, come pattuito, si fa vivo dopo circa due anni.
In mancanza di qualcuno che potesse dare un aiuto concreto e indicazioni utili su come comportarsi all’anziana signora che le ha accolte, nonostante le difficoltà economiche, la situazione è sfuggita fuori controllo e le caprette si sono riprodotte, diventando un vero e proprio gregge di ben 33 esemplari di capre tibetane.
Ora le caprette, cresciute in serenità e mai sfruttate come animali da reddito, sono in serio pericolo e se non si riuscirà a individuare al più presto una nuova sistemazione, saranno macellate.
Il motivo? Come spesso accade è legato a un cavillo burocratico.
A seguito di un controllo del Corpo Forestale dello Stato le caprette non sono risultate regolari. Non essendo state allevate come animali da reddito, le caprette non possiedono la marchiatura che invece dovrebbero possedere per legge, dunque senza la stessa l’ASL non può procedere con i relativi controlli sanitari, ma per avere la marchiatura, è necessario che la struttura presso la quale sono ospitate sia identificata come allevamento, che però non può essere autorizzato poiché il Comune ha stabilito che non ci sono i requisiti e quindi, a causa di un circolo vizioso tipico della burocrazia italiana, le caprette non possono essere né regolarizzate né vendute.
Si tratta di 14 femmine adulte, 5 maschi adulti e 14 capretti (8 maschietti e 6 femminucce).
Chiediamo a tutti voi se c’è qualcuno che ha la possibilità di ospitarle, NON LASCIAMOLE MORIRE!
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